Palazzo Comunale

La comparsa di porticus iustitie o comunis e di una domus comunis avviene tra il 1241 e il 1244, poco dopo la rifondazione del borgo (1230 circa): la sede del comune era dunque già costituita da una casa solariata, con portico. Purtroppo non è possibile istituire una precisa corrispondenza tra l’erezione dell’edificio e gli ufficiali forestieri presenti nel borgo. Gli assetti istituzionali negli anni della fondazione (1230-1237) sono caratterizzati inizialmente dall’influenza milanese: nel 1236 è documentato un podestà originario di Alessandria, città inserita nell’alleanza milanese. Dal 1237 fino al 1241 (anno di attestazione del porticus iustitie) il borgo è retto da ufficiali imperiali. Non è invece facilmente documentabile il momento di costruzione della torre, che compare soltanto nel 1347-1348. Negli anni Quaranta le riunioni consigliari ancora si tengono nella chiesa di San Giacomo (oggi San Sebastiano, Contrada Mondovì): tale chiesa era ubicata nell’area del primo insediamento del borgo e manteneva forse una valenza identitaria per la collettività del borgo. Tuttavia, sin dagli anni Cinquanta i consigli si spostano all’interno della domus comunis, ubicata sulla platea, la lunga e ampia via porticata su cui convergevano le attività commerciali, forse già attestata nel 1203 come forum Cunei (oggi via Roma, che, si noti, non è distante, ma neppure attigua, alla chiesa di San Giacomo): a partire dalla metà del Duecento gli atti comunali sono stipulati quasi esclusivamente all’interno di tale edificio, con l’eccezione delle sentenze (pronunciate pubblicamente all’esterno, sotto il portico) e di alcuni trattati intercittadini avvenuti in altri centri. Nel 1259 si ha un’isolata menzione di un palacium comunis, che però, con l’avvento della dominazione angioina (1259-1276), diviene probabilmente il palazzo del conte o della curia regia (talvolta l’edificio è semplicemente indicato come curia, o sub porticu curie): la menzione del palacium comunis avviene nel contesto dell’atto di procura da parte del consiglio per la cessione della sovranità del borgo a Carlo I d’Angiò e, anche se non si può escludere un rinnovo degli spazi per l’occorrenza, la scelta lessicale sembra soprattutto rispondere alla volontà di esaltazione del potere comunale alla vigilia della sottomissione. Di certo, la ripresa dell’espressione palacium comunis avviene con il ripristino dell’autonomia comunale, tra il 1278-1279, quando a Cuneo è anche attestata una società popolare al potere. La definizione di “palazzo” nel caso cuneese sembra dunque rivelare innanzitutto una connotazione ideologica, forse connessa a una fase di ristrutturazione edilizia: senz’altro l’edificio, per il quale non si possono neppure escludere interventi durante la precedente dominazione angioina, si presenta ormai come un’ampia struttura, che poteva accogliere fino a 250 persone, così come avviene nel 1282, con la sottomissione a Tommaso I marchese di Saluzzo. Per quanto riguarda l’uso sociale dello spazio, si attesta una preferenza per gli spazi porticati antistanti all’edificio per le sentenze e per l’esercizio della giustizia. I primi documenti stipulati nella domus comunis sono invece accordi politici che non richiedono ratifica consigliare. Tra gli altri luoghi del potere civico, nel 1331 è menzionata una “domus societatis populi”, in cui risiedeva il capitano della società, di cui non è tuttavia possibile stabilire una connessione con le strutture materiali. Rimane da definire il rapporto della domus comunis con la domus o palazzo dell’abate di San Dalmazzo in Cuneo, ricordato dalla cronaca quattrocentesca del Rebaccini come uno dei primi punti di riferimento per la collettività cuneese. La stessa cronaca, ricorda che poco dopo la fondazione del borgo era stato costruito “in medio loco Cunei pretorium cum turri eminenti, ubi etiam carceres constituerunt”: è da dubitare, naturalmente, che tale configurazione risalisse già alle prime fasi duecentesche, ma con tutta probabilità si presentava in tal modo ai tempi del Rebaccini, che attribuiva al complesso civico un tale valore identitario da ricondurlo tra i momenti fondativi della villanova.


Autori

Riccardo Rao

Scheda di Palazzo Comunale
Nome Palazzo Comunale
Denominazioni antiche domus societatis populi domus comunis
Riconoscibilità false

Geolocalizzazione
Località Cuneo